La docente di Manoppello Silvia Elena Di Donato vince il XII Premio dell'editoria abruzzese

Riconoscimento per la silloge poetica Paradigmi di complessità

Data :

6 marzo 2025

La docente di Manoppello Silvia Elena Di Donato vince il XII Premio dell'editoria abruzzese
Municipium

Descrizione

Con la raccolta di poesie Paradigmi della complessità, pubblicata da Di Felice Edizioni, la concittadina Silvia Elena Di Donato ha vinto il XII Premio dell'editoria abruzzese per la sezione Poesia.
Docente di italiano, latino e greco al liceo classico Vico di Chieti, la professoressa Di Donato con la sua silloge poetica ha già guadagnato diversi podi, tra cui il Premio Holden a Viareggio e il Premio ‘Il meleto di Gozzano’ ad Agliè, coronati col Primo Premio ‘forte e gentile’ targato Abruzzo.

 “A nome dell’amministrazione comunale porgo le più vive congratulazioni alla professoressa Di Donato per questo nuovo ed importante riconoscimento che arriva da un concorso tutto abruzzese - dice il sindaco Giorgio De Luca - Grazie alla sua sensibilità poetica, alla grande preparazione, alle doti critiche e di scrittura, la nostra concittadina accompagna i suoi lettori con garbo ed intensità in un viaggio unico e coraggioso nell’esistenza e nei sentimenti”.

“Dedico il premio ai poeti che non hanno la fortuna di scrivere in libertà e in democrazia e che, sottoposti a regimi dittatoriali e sanguinari, - ha detto la professoressa Di Donato in occasione della cerimonia di premiazione - fanno della parola poetica un inno di resistenza, pagando spesso in prima persona pene asperrime, come ad esempio Ashraf Fayad, condannato prima a morte e poi a pena commutata in 800 frustate per il suo libro di poesie; e dedico il premio agli insegnanti che ogni giorno a scuola con gli studenti attraverso le parole producono pensiero e costruiscono bellezza”.

DI SEGUITO UN COMPONIMENTO CHE L'AUTRICE DEDICA A MANOPPELLO

A MANI PIENE
 
A Manoppello, la mia città
di Silvia Elena Di Donato
 
Mi sorprende il vasto sentirti al di là delle cose
e un'idea quasi sacra di te mi si svela
a guardare tutt'intorno la conca
di colline e ulivi e terre arate
dove le vie si addentrano e
s'incamminano le case
al suono delle campane
quando i tuoi secoli si raccolgono nei rintocchi
come se nulla fosse passato
nulla perduto
e il tempo ch'è stato batte e arde
nel braciere di questo presente
che sento così rarefatto
Sei un prodigio che m'imbeve l'anima
mi stai nel petto come una pena antica e senza nome
mi torci ad una specie di inevitabile devozione
fatta sangue e pelle
Quasi mi perdo in quell'istante
che concentra improvviso i ricordi che tornano
E tutto mi commuove:
i contadini, le mani callose
e l'odore delle merende
consumate in fretta e senza denti
al sole dei campi
l'olio dei frantoi, i covoni di grano,
le balle di fieno, l'uva pigiata
la pazienza dei calzolai, le suole riparate una volta
e un'altra volta ancora
Bice e Pasqualino sempre a messa,
-una rara tenerezza che non ho più conosciuto-
il dottor Calderone col collo rigido e sua moglie,
le mie maestre Vincenzina e Celeste,
Ugo il giornalaio,
-lui con la sua pancia e io coi miei libri di fiabe-
Giulio che suona la chitarra,
Angelo con la gobba e l'impermeabile nero
la suora che intreccia le lunghe dita ai fuselli
e tesse veloce il tombolo nel giardino dietro ai portici
i minatori di Marcinelle
che piangono e soffocano
e piangeranno sempre
le processioni di sera
con i ceri sugli usci, con le porte aperte
come se Cristo dovesse entrare
il catechismo, i chierichetti
il coro che canta le liturgie
i giorni di festa e processioni
con il cielo più vicino
intarsiato di botti, luminarie e tetti
e l'aria che si sfrangia
alla banda che suona
e ai balconi stesi di pizzi e merletti
un pomeriggio di maggio
e la terra che trema
Hai frutti e radici che sono sentieri ancora in attesa
germogli di cui colgo per ora solo il silenzio
Sembri un sogno e guardarti fa dubbio il risveglio
Mai ci è appartenuta la reciproca comprensione
e in nessun modo mai ci capiremo
troppe volte ti sei fatta altrove
come un'invdiosa divinità della sera
E tuttavia ignoro
se esistano luoghi in me
che non rechino una pur vaga traccia
del tuo nome.
 

Ultimo aggiornamento: 6 marzo 2025, 13:53

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