Città di Manoppello e storia del Comune

Ultima modifica 3 aprile 2024

La città di Manoppello

Manoppello è un Comune italiano di circa 7.000 abitanti. Inizialmente appartenente alla Provincia di Chieti, dal 1927, con il riordinamento delle circoscrizioni provinciali, è stato riconosciuto come Comune della Provincia di Pescara. Grazie alla sua posizione geografica particolarmente felice favorisce, in breve tempo, il contatto sia con le zone marine che con quelle dell' alta montagna. Manoppello è un paese ricco di tradizioni e luoghi da visitare.

La storia del Comune di Manoppello

Il nome del paese affonda le sue radici nella tradizione contadina locale ed in particolare nel “manoppio”, manciata, fascio di spighe o d’erba contenute in una mano, simbolo che si ritrova nello stemma del paese e che indica la fertilità della terra, che in epoche passate, soprattutto in epoca romana, garantiva prosperità e abbondanza di raccolti. L’etimologia del termine“Manoppello”, dunque, si deve all’unione delle parole latine “manus” e “plere” cioè “mano piena”.
La storia del Comune di Manoppello ha origini antiche. Ritrovamenti su tutto il territorio ci confermano che l’attuale nucleo collinare sorge sulle rovine dell’antica Pollitium: tra i più noti si ricordano una tomba di un antico guerriero datata dalla Soprintendenza alle Antichità al III sec. a. C. o l’antica Villa romana nelle vicinanze dell’Abbazia di Santa Maria Arabona.
Pollitium fu assediata e vinta durante la II Guerra Sannitica, nel 311 a. C., dai Romani. La città fu successivamente distrutta nel 538 d.C. dal generale bizantino Belisario e  l'attuale centro storico fu ricostruito solo in seguito grazie ai Longobardi, nel VIII secolo d.C.
Un documento molto importante permette di stabilire il periodo della fondazione del paese, che dagli inizi della sua storia fu per più di un secolo alle dipendenze del monastero di Montecassino: è un Diploma dell'imperatore Ludovico Il risalente al 874, anno in cui avvenne la donazione del castello di Manoppello alla badia di San Clemente a Casauria.
Il passato di questo paese è ricco di episodi significativi che rimandano a nomi illustri di Papi, re e condottieri che si sono avvicendati nell’amministrazione politica dell’Italia meridionale dell’epoca.
Nel 1061 Manoppello divenne feudo del Conte Boamondo. Durante l’epoca normanna fu feudo della famiglia dei Paleria, alla quale si deve la donazione dei terreni per l’edificazione dell’Abbazia di Santa Maria Arabona.
Al tempo dell’invasione di Carlo VIII, Manoppello fu possedimento di Pardo Orsini che ebbe facoltà di battere moneta per proprio conto nel 1391: la moneta recava lo scudo incoronato di Francia con il motto XLUS DG REX FR (Carlus Dei Gratia Rex Francorum) e nel retro si vedeva una croce ancorata, accostata da quattro rosette che costituivano l’emblema degli Orsini, con la scritta PARDUS UR MAC ( Pardus Urini Comes Manuppelli).
Nel 1515 Manoppello fu concessa a Fabrizio Colonna ma, alla morte di quest’ultimo, tornò possedimento degli Orsini fino al 1553: testimonianze si riscontrano nell’architettura degli antichi palazzi locali e la parte inferiore del castello. Alla morte del Pardo, si estingue la famiglia Orsini del ramo di Manoppello.
Tra gli eventi più noti della storia del paese si ricorda l’assedio, nel corso del XV secolo, da parte delle truppe di Braccio da Montone, capitano di ventura al soldo di Alfonso d’Aragona che voleva impadronirsi dell’Aquila, fedele agli Angiò.
L'8 agosto 1956 una tragedia senza precedenti sconvolse Manoppello: un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbone del Bois Du Cazier, a Marcinelle, oggi frazione di Charleroi, in Belgio, causò la morte di 262 persone delle 275 presenti, di 12 diverse nazionalità, tra cui 136 italiane e di queste 23 originarie del posto. Il paese fu il centro della Val Pescara che pagò il più alto numero di vite umane nella tragedia mineraria.


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